Tiziano Vecèllio
(1480-1576)



1480 Tiziano nasce a Pieve di Cadore tra il 1480 e il 1485; grazie a recenti studi sulla sua opera e su documenti d'epoca, questa è l'ipotesi più accreditata e che sembra porre fine a una lunga "querelle" che faceva oscillare la data tra il 1477 (lettera a Filippo II del 1571 in cui Tiziano afferma di avere 95 anni) e il 1488-1490 (Dolce sostiene che nel 1508 l'artista aveva meno di vent'anni)
1503 Tra quest'anno e il 1506 va datato il dipinto Jacopo Pesaro presentato a san Pietro da papa Alessandro VI che celebra la vittoria sui turchi conseguita a Santa Maura il 30 agosto 1502 dalle forze papali di papa Borgia, comandate da Jacopo Pesaro, e dall'esercito veneziano, capeggiato dal cugino Benedetto Pesaro. 
1507 Completa probabilmente Cristo e il manigoldo. Inizia il Concerto, un'opera inizialmente attribuita a Giorgione e oggi concordemente ritenuta di Tiziano. 
1510 Attorno a quest'anno Tiziano dipinge grandi pale d'altare tra cui San Marco in trono tra i santi Cosma e Damiano, Rocco e Sebastiano per Santo Spirito in Isola, che celebra l'opera assistenziale del governo cittadino durante la peste. Realizza Madonna e Bambino tra i santi Antonio da Padova e Rocco e porta a termine il Ritratto di gentiluomo. 
1513 Rifiuta l'invito di Bembo a trasferirsi presso la corte pontificia. In cambio della sansaria del Fondaco dei tedeschi offre i suoi servigi alla Serenissima, che gli commissiona la Battaglia di Spoleto per Palazzo ducale, realizzata però molti anni dopo. Inizia Salomè e Madonna col Bambino, santa Caterina e il donatore presentato da san Domenico. Muore il nonno, Conte Vecellio.
1516 Morto Bellini, Tiziano comincia a lavorare alla corte di Ferrara per decorare il "camerino d'alabastro" di Alfonso I d'Este. Per il duca dipinge La moneta del tributo, destinata a coprire l'anta dell'armadio in cui era custodita una preziosa raccolta di medaglie. Ottiene la commissione dell'Assunta per l'altare maggiore di Santa Maria Gloriosa dei Frari 
1517 Termina Flora. La concessione della sansaria del Fondaco dei tedeschi, già di Bellini, gli dà diritto all'esenzione dalle tasse annuali e a cento ducati d'entrata. Esegue alcuni lavori per Alfonso I d'Este. 
1523 Tiziano entra in contatto con la corte mantovana: a richiederne i servigi è il figlio di Isabella d'Este, Federico II Gonzaga, da quattro anni alla guida del marchesato, di cui esegue un ritratto oggi perduto. 
1525 Sposa Cecilia, che gli ha già dato i figli Pomponio e Orazio. Grazie all'interessamento di Tiziano presso il governo veneto, il padre viene nominato pro-vicario delle miniere. Inizia a dipingere la Madonna col Bambino, san Giovannino e santa Caterina. Per la corte di Mantova esegue il ritratto di Federico II Gonzaga e forse la Deposizione nel sepolcro 
1528 Soggiorna a Ferrara. A Venezia supera Palma il Vecchio e il Pordenone in un concorso indetto dalla Confraternita di san Pietro martire per una pala con l'Uccisione di san Pietro Martire da collocare nella chiesa domenicana dei Santi Giovanni e Paolo. L'opera, distrutta in un incendio nel 1867, è nota attraverso le incisioni di Martino Rota. 
1537 Offre all'imperatrice Isabella di Portogallo l'Annunciazione rifiutata dalle suore di Santa Maria degli Angeli a Murano, che andrà distrutta durante la Rivoluzione francese. 
1544 Tornato a Venezia, lavora a una Danae per Alessandro Farnese. Giovanni della Casa, nunzio apostolico a Venezia, scrive al cardinale che Tiziano è disposto a tutto pur di ottenere il beneficio per il figlio: ritrarrebbe tutta la famiglia del papa «fino alle gatte». Inizia una Visione di san Giovanni Evangelista sul soffitto della sala dell'Albergo della Scuola dedicata al santo. 
1555 Inizia Venere allo specchio. Dipinge attorno a quest'anno per la chiesa veneziana di Santa Maria Nova il San Gerolamo nel deserto oggi a Brera; sono anni di grande tensione spirituale e anche il quadro risente di questa inquietudine. 
1559 Muore il fratello Francesco. Il Martirio di san Lorenzo viene collocato nella chiesa dei Crociferi. Invia a Filippo Diana e Atteone, Diana e Callisto e la Deposizione nel sepolcro, dove si ritrae come Nicodemo, il personaggio a sinistra. 
1561 Muore la figlia Lavinia. In novembre consegna a García Hernández, ambasciatore di Filippo II, una Maddalena. Firma e data il Ritratto d'uomo del Museum of Art di Baltimora. 
1570 Appartengono all'ultimo quinquennio della vita di Tiziano opere mitologiche e sacre talora non finite; il disfacimento della materia pittorica è una metafora della disgregazione fisica e mentale prodotta dalla sofferenza, ma dimostra anche la maggior libertà compositiva dell'autore, ormai libero dagli obblighi della committenza. Esegue Bacco e Arianna 
1576 Durante la peste, ma non malato di peste, il 27 agosto Tiziano muore nella sua casa di Birri Grande; il giorno seguente viene sepolto in Santa Maria Gloriosa dei Frari. Pochi giorni dopo muore, di peste, il figlio Orazio e la casa viene saccheggiata. Nello studio rimane, drammaticamente incompiuta, la Pietà. 

Alcune Opere dell'artista


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Salomè (1515) Olio su tela
Roma, Galleria Doria
Dipinto datato 1515.
Già nelle raccolte del principe Salviati, della regina Cristina di Svezia e del principe Odescalchi; entrò nel 1794 nella Galleria Doria. Del Pordenone secondo il Cavalcaselle e di Giorgione per lo Justi è oggi quasi concordemente giudicata autografo giovanile di Tiziano secondo la proposta del Morelli
Flora, (1515), Olio su tela
Firenze, Uffizi
Venduta da Don Alfonso Lopez, ambasciatore di Spagna ad Amsterdam, all'arciduca Leopoldo Guglielmo. Nel 1793 passò da Vienna agli Uffizi, in occasione di uno scambio di quadri. Il titolo con cui è ancor oggi conosciuta la stupenda figura risale al Sandrart, che incise il dipinto quando era ancora posseduto da don Alfonso Lopez. Comunemente accettata è la datazione del 1515 circa.E' uno degli esempi più' alti del giovanile 'classicismo cromatico di Tiziano.
La vanità (1515), Olio su tela
Monaco, Bayerische Staatsgemaldesammlungen
Il Mayer ritiene che il dipinto sia stato trasformato nel '600 in una Vanità con lo specchio da una Sibilla con libro, in base alla cosiddetta Sibilla di Marostica pubblicata da Cook.Di recente il Verheyen in base alle radiografie, ha creduto di poter individuare, sopra una prima versione tizianesca simile al dipinto del Louvre, un secondo intervento verso il 1548, che sarebbe consistito nell'aggiunta dello specchi. Infine il dipinto sarebbe stato rimaneggiato nel '600 e a questo periodo risalirebbe anche la candela a sinistra.
Tarquinio e Lucrezia (1515)
Olio su tavola, Vienna
Kunsthistorisches Museum
Forse da identificare con il dipinto citato dal Ridolfi, è ricordato nella galleria di Carlo I di Inghilterra, poi in quella dell' arciduca Leopoldo Guglielmo.La tradizionale attribuzione a Tiziano (sostituita con quella a Palma il Vecchio da E. Egarth nel 1858) è stata ripresa dal Suida, dal Longhi e dal Morassi.
La copia di Palazzo Pitti (Firenze) può essere opera di Padovanino.
Maddalena penitente (1533)
Olio su tavola, Firenze, Pitti
Reca la firma :"TITIANVS".Forse quella citata dal Vasari nel "guardaroba" del duca di Urbino.Passò a Firenze con l'eredità Della Rovere nel 1631.Secondo il Tietze, potrebbe essere una versione della Maddalena dipinta nel 1531 per Vittoria Colonna su incarico di Federico Gonzaga.E.Von Rotschild ha avanzato l'ipotesi che derivi da una Venere antica
Madonna con il Bambino, il Battista e il donatore  (1514), Olio su tela
Monaco, Bayerische Staatsgemaldesammlungen
Nel 1659 nella Galleria dell'arciduca Leopoldo Guglielmo a Bruxelles, passò nel 1662 a Vienna e quindi nelle collezioni dell' elettore Giovanni Guglielmo di Dusseldorf, forse dono dell'imperatore Giuseppe I.Sul verso reca l'antica scritta "Alphonso II cist. Arch° 1520" .Considerata copia di scuola dal Morelli e dal Gronau, è in seguito attribuita a Tiziano. Una copia tarda con varianti è conservata a Bucarest nel Muzel de Arta. 

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