Qualcosa sullo sfondo

di Eduardo Caianiello


- Filosofo !… Oh !…filoosofoo ! !
- Eh ?…che c’é ?…
- T’eri incantato…qual era il Massimo Sistema messo questa volta a tema ?
- Ho trovato una sua foto…nel cassetto…una nostra foto…
- Ahi ! Di quando ?
- Vacanze.
- Ahiahi…vedere ?…mmm…bella foto…bei contrasti, visto il sole che c’era…
- Già…
- Ti manca ?
- …
- Lei ?
- Sì.
- Ma ora è tanto…magari ti manca un’atmosfera…un periodo della tua vita…
- No. Mi manca lei.
- Bè, viva la chiarezza…
- Guarda la foto…
- Bè ?
- Una foto ferma il tempo…
- Uh ! Mi aspettavo di più…
- Vuoi di più…bene ! E vero o falso ?
- Cosa ?
- Che una foto ferma il tempo.
- Bè…in un certo senso è vero : sicuramente è quello che vogliamo fare quando la scattiamo…
- Non ne sarei così sicuro…
- Ma una foto serve a quello : a fermare il tempo, a cogliere l’istante. E’ quello ! : clic !
- Questo vorrebbe dire che se fai un filmino non fermi il tempo…
- Ma no ! Certo che lo fermi !
- Ma non fai clic…
- Ma che c’entra, comunque cogli un momento…
- Vero : ma c’è comunque la differenza tra il clic dell’attimo e il filmino…
- Già…ma dove vuoi arrivare ?
- Innanzitutto la differenza non è così essenziale. Il filmino…
- …è fatto di fotogrammi…
- Risposta sbagliata : il filmino, volevo dire, coglie, metti, un quarto d’ora. Riesce ad essere una foto non bianca con un’esposizione di un quarto d’ora.
- E allora ?
- E allora la foto è un filmino di un millesimo di secondo.
- Ma no ! Nella foto sta tutto fermo !
- Fermi il tempo…
- Appunto !
- Sicuro ?
- La quiete non è il moto ! Certo che sono sicuro !
- Andiamo bene…mi sembri un neotomista
- E chi sono ?
- Lascia perdere…E’ gente pensa che siccome il moto non è la quiete allora siamo tutti salvi nelle poppe di Mamma Chiesa…
- Adesso mi fai la tirata volterriana ? Resta in tema…che ti vedo di umore nero…
- Non può stare tutto fermo ! Dentro quel clic viene raccontata una storia bellissima, piena di storie una dentro l’altra, di scenari, di colpi di scena: una lunghissima storia fatta di miliardi e miliardi di miliardesimi di millisecondo…
- Ridàmmi la foto…
- Non vedi ?
- …
- Oh !
- …
- Amico mio…bisogna raccontarla questa storia…perchè nessuno la vede quella storia di tutti quei popoli e quelle nazioni e quelle civiltà fatte di miliardesimi di microsecondi… perchè…non ascoltiamo mai quella storia ?…
- Fammi capire, mon ami…
- A che serve una foto ?
- A fermare il tempo, e a cogliere l’attimo…
- E a che serve l’attimo ?
-  ?
- A che serve un punto ?
-  ?
- Cosa è una retta ?
- Un certo insieme di punti.
- Errore.Una retta è una certa traiettoria tracciata dal moto di un punto.
- E allora ?
- E allora a che serve un attimo ? A fermare il tempo, o a farlo muovere ?
- …
- E una foto ? A che serve una foto ?
- A raccontare una storia ?…
- Già. E se un punto che non ha estensione non può, per quanto si allei con altri punti, formare l’estensione di una retta, allora un attimo che ferma il tempo non…
- …non può comporre il racconto di nessuna storia…
-  Già. Già. 
- Non capisco…non mi è chiaro…
- Stavamo in un posto deserto. C’era un sole straordinario, e il mare…il mare era…primigenio…era…era indifferente : era troppo puro…e selvaggio…e azzurro…e gli scogli erano caldi… e noi eravamo…ospiti. Eravamo ospiti di quell’indifferenza che ci permetteva di guardarla così indifferentemente nuda…E allora lei ha preso la macchina fotografica. Ha regolato il diaframma sul tempo necessario per cogliere l’eterno, e noi in quell’eterno…e clic. Pensa ai gesti : i gesti : lei si alza…ha la pelle cotta dal sole e dal sale…si muove verso la borsa per andare verso l’eterno…metterlo in una busta, e spedirlo nel futuro…perchè nel futuro ci sia pure il passato…perchè l’eterno nutrisse il presente che ci sarebbe stato, inevitabilmente, dopo un pò – quando il tedio dell’inverno si sarebbe riaffoltato sulle case…e la luce, quella luce, si sarebbe fatta nuovamente avara…e amara l’anima…
- Oh ! Montale me lo reciti dopo…
- …sì…insomma perchè in quel presente nel futuro…l’eterno di quell’attimo trasportasse anche il passato : perchè non si vivesse…perchè si riuscisse a non vivere a fotogrammi…perchè si vivesse con una storia dietro…e allora ha puntato l’obiettivo su quella storia immensa di miliardi di momenti e di luoghi e di spazi…e ha detto a tutto quell’infinito sovrapporsi di storie e di civiltà…gli ha detto che l’essere umano è al mondo per portare avanti la sua storia… Quelle civiltà hanno capito…ed ecco che bella foto.
- Certo che tu te la rigiri come pare a te…è finita che la foto fa scorrere il tempo, mentre la vita nel tempo senza foto è una serie sconnessa di fotogrammi paralizzati lì come statue di sale…
- E’ così.
- Sì, sarà pure così…ma intanto tu apri un cassetto e ti accorgi che stai ancora fermo dentro quel clic di tanti anni fa.
- Mi ha lasciato. Mi ha lasciato, e io sono solo. 
- Sarebbe a dire che siccome sei solo, allora tutti i bei discorsi sulle civiltà di miliardesimi di secondo va a farsi friggere e facciamo Laura Pausini che piange entrando in una foto !
- Io sono più intelligente di Laura Pausini.
- Bel risultato ! 
- Laura Pausini vede solo la foto.
- Non è vero ! fa le canzoni !
- Non sono belle canzoni. 
- E che significa ! E poi perchè non sono belle ? 
- Non sono belle perchè parlano solo di chi sta dentro la foto
- E di chi dovrebbero parlare ? 
- Dello sfondo.
- Dei monti del cielo e del mare ?
- No…dello sfondo dello sfondo della foto.
- E cioè ?
- Della morte.
- La morte sarebbe lo sfondo dello sfondo ? E dov’è questo sfondo dello sfondo ?
- Per come mi poni la questione mi sembri il primo uomo che si vede in uno specchio d’acqua e infila la mano per toccarsi…senza sapere nè che quello lì è lui, nè che non è lui…
- Grazie…al solito mi lusinghi…
- Lo sfondo dello sfondo è il luogo della foto…è quell’indifferenza del mare…è il senso della storia raccontata, che deve finire se non non è una storia. L’uomo non è un punto : è fatto di punti…e  i punti che scorrono disegnando all’infinito l’infinità della retta servono solo a fargli sapere che ad un certo punto i punti proseguiranno senza di lui. Io e lei stavamo insieme. Poi è finita. Questo è il contenuto di una canzonetta. Io e lei stavamo insieme e ci amavamo per capire che l’uomo deve prima o poi morire, per sentire che tra di noi, a separarci e unirci c’erano miliardi di miliardi di attimi e di punti indifferenti a noi e alla nostra storia. Stavamo insieme per capire che la vita è un dono da parte di qualcuno o qualcosa che non conosci e che forse non ti conosce… perchè per conoscere qualcuno bisogna che questo qualcuno ti rivolga la parola… mentre se dici eravamo io e lei punto e basta, allora a chi altro puoi rivolgere la parola ?  E come fai a sentire se è lui che te la rivolge? Come fai a sentire ? Senti solo le onde del mare, e il caldo del sole, e il suo amore…e questo basta…ma basta solo per fare una foto. Ma la questione è che noi stavamo insieme come tutti quelli che stanno insieme e si amano veramente : per lasciarsi e per saper morire…e quindi per sapersi amare… Questa, non è una canzonetta. Io e lei abbiamo conosciuto e ascoltato la morte. 
- E perchè allora è finita ?
- Perchè la morte non è una metafora dell’amore. Semmai è il contrario. Ci siamo lasciati perchè non ce l’abbiamo fatta di fronte alla vita. Perchè la vita alla fine non ce la fa di fronte alla morte, quella vera e letterale.
- Sì d’accordo ma questo vorrebbe dire che tutte le storie d’amore non ce la dovrebbero fare…è terribile !
- Ma no ! Siamo noi che non ce l’abbiamo fatta ! Basta un solo amore che finisce perchè sia vero quello che dico ! Se quell’amore che  non ce la fa era un vero amore, allora quell’unica storia finita porta in se stessa, chiaro ed evidente, lo sfondo dello sfondo su cui esiste…se così non fosse quell’amore ce l’avrebbe fatta ! E’ la nostra storia che fin dall’inizio ha voluto ascoltare la voce di quel qualcuno che sta nello sfondo delle cose e della vita. Era così. Per questo quella foto è venuta così bene. Il punto può fare la retta solo se fa il salto nel buio di muoversi da dove sta. L’attimo può essere il passato di un presente e disegnare una storia solo se dentro di sè, in quel millisecondo, porta miliardi di salti nel buio, miliardi di morti…perchè a differenza del punto…quell’attimo finisce per il fatto stesso che comincia : perchè ha il coraggio di muoversi e di portare in sè tutta la storia umana e la sua natura cadùca e mortale. Ma se sei disposto ad ascoltare quella voce, se veramente lo fai…allora quando succede che c’è da capire che le cose non vanno più, e che farle andare avanti così è fare finta che le storie non finiscono, come se fossimo immortali…quando questo succede, sei onesto abbastanza per far finire la storia che fino ad allora hai vissuto… E poi…e poi non è vero quello che dici. Tutte le storie finiscono : durano solo finchè morte non le separi…
- Oddio che cosa immensamente triste…
- Già.
- Sì…ma in tutta questa straordinaria lucidità…ora che hai concluso che devi morire, e che lei ti ha lasciato per questo, perchè anche lei deve morire come tutto il genere umano, Socrate compreso visto che pure lui è mortale come tutti gli uomini mortali…a questo punto…perchè ti tieni la foto nel cassetto, e resti incantato e non ti trovi un’altra donna ?
- Tre motivi.
- Sentiamo.
- Perchè ho paura di morire ; perchè la amo…
- …oh cribbio ! La ami ! Ma non ha senso ! Lei non c’è, tu sai tutto, e la ami ? E’ da bambini !
- Era il terzo motivo.
- Oddio ! mi sembrava di parlare con un adulto sveglio e cosciente ! Oh ! Filosofooo !…
- Eccomi.

 

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Data di pubblicazione 18/1/2000
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