Quadri macchiaioli.
Che nostalgia di quando non c’ero...
Era la strada di polvere bianca,
lenta la ruota e torrida e stanca...
Così m’appare quel tempo più vero:
fresca era l’ombra del gelso e del pero,
limpida l’aria che il cuore rinfranca,
accosto al muretto attende la panca
lieve il fruscio di quell’abito nero.
Caro silenzio trapunto da un piano,
un pianoforte nascosto e incantato.
Voli di passeri, pace dell’ora:
il Cupolone apparisce lontano.
Violetti grappoli dal pergolato
spandon profumo che si sente ancora.
L'amica cieca.
Il mio giovanile gioioso sorriso
nei tuoi occhi lucente è rimasto
nei tuoi occhi
per sempre oscurati
nei tuoi occhi scolpito è serbato
il mio liscio candido viso
e i tuoi occhi
per sempre così lo vedranno
Improvviso.
Nell’abbraccio della mia casa
è uno scintillio d’oro liquido
la felicità
oro che scorre a un tratto nel sangue
in tutto il sangue del corpo
nel sangue della mente
in un attimo
tutto il bello del mondo
per un attimo
un attimo senza perché
Disabile.
E non posso alzarmi
coi vorticanti emblemi
nel turbine del tifo
divampante al sole
e non posso correre
in fuga col pallone
nel groviglio di corpi
squarciato dal fischio
potrà il mio cuore
guidare quel volo
baciare quella bocca
e vincere
Autunno.
piccoli audaci acrobati
fanno la ruota gialli e rossi
via! All’impazzata tra le ruote
sull’asfalto nero
più lontani e liberi
ogni folata di vento
dopo il volo
finalmente il lancio
da tante stagioni atteso
dondolandosi
nella rincorsa
verso l’ultimo ignoto
come pagliacci pazzi di vita
Di novembre e gennaio.
pause di silenzio breve
a mezza mattina
sulle fredde pietre consunte
grigia luce vaga senz’ombre
fra torri e palazzi incantati
strette visioni antiche
informi nel vento
pochi passanti
i compagni di scuola
mi par d’incontrare
e sento intorno ancora
la cara nostra
Firenze d’allora
