Raccolta poesie di:

Carmine Norberto ParrillaBiografia


Indice della raccolta:


Tanto amore. Silenzio. Dolce nonna.
Parole fugaci. Massimiliano. Dolce pianto.
Valtellina lontana. Dedicata. Mio padre.
Sguardo. Errante. Le nostre lacrime.
Emigranti. Viola. Granai infuocati.
Dolci parole. Un amore da nulla. Ricordi lontani.
Terre perdute. Vite vissute.

 

Tanto amore.

Un bacio,
oppure un sorriso.
Due parole,
quante parole.
Tanto Amore,
quanto Amore;
piango.
Bello il tuo canto,
una nenia sul cuore.
Piango,
piango lacrime di sangue;
pensa al sole,
a quanto illumina il cielo.
Poi pensa a me,
ed a quel sole che hai spento,
fuggendo via.




Silenzio.
Fuggito il giorno,
con i suoi affanni.
Cuori che s’amano,
tornano ad abbracciarsi,
veloci scorrono le ore della sera.
Ogni vivido sguardo,
spesso si volge alla porta,
e immediato se ne distoglie.
D’improvviso,
un silenzio uccide la stanza,
una risata spegne un sorriso,
e parole di gioia cessano in un sussurro;
la felicità in lutto.
Declina la notte le fiamme del sole,
nella stessa morte d’ora,
la nostra pena.
Sorrisi di rosee nubi,
meravigliose luci d’un’alba.



Dolce nonna.
Ti ricordo,
piccola e silenziosa.
Un Amore piccolo piccolo,
una forza di speranza,
una promessa per il domani.
Poco ti ho conosciuto,
pochi istanti fuggiti via,
nelle ombre del tempo.
La tua presenza però,
viva dentro me,
m’insegnava parole d’Amore,
consigli per il domani.
Ora non ci sei più.
Il domani fa più paura,
ma un fugace barlume di speranza vive;
stammi vicino,
aiuta il pulcino spaventato,
che tanto ti ha amato.
Aiutami,
a capire il sacrificio,
le rinunce con il sorriso,
la dolce forza di vivere.
Ti ricordo,
piccola ed indifesa;
ma forte, nella tua superba dignità.
Poco,
forse troppo poco ti ho capita,
ma il sogno m’aiuterà.
Addio Nonna,
grazie del tuo tutto.
Anzi... arrivederci.



Parole fugaci.
Le parlai di me,
le aprii il mio cuore.
Era bella,
occhi di cristallo in viso d’angelo.
L’amavo,
l’amavo ancora prima di conoscerla,
l’amavo da impazzire.
Era bella,
mani di velluto, animo da fata.
Era dolce,
l’animo volava negli spazi infiniti,
nell’immaginazione del cuore.
Parlavo, e lei era lì,
bella e fugace.
Poi qualcosa si ruppe.
Piangevo quelle notti,
ripensavo a lei, a me, alla nostra vita;
ed a come l’avevo gettata via.
Piansi, e capii.
Capii cos’era per me,
chi era lei per me.
Ma era troppo tardi, lei non c’era più.
Un biglietto,
“Tanti baci sparsi qua e là...”
Capii.
Come sarebbe bastato poco…
Piansi.



Massimiliano.
Quanto Amore.
La gioventù coniugata alla vita,
poche paure accanto a te.
Forza,
dimostravi forza e coraggio.
Poche parole,
tanto Amore.
Un giorno, poi,
sei andato via.
Ciao Massimiliano,
pensa a noi, quando puoi,
quando ti fermi dall’amare il mondo;
insegnaci ad amare,
tu che ne hai dato tanto.
Ciao Max,
da lassù illumina la nostra strada,
prova ad insegnarci a capire.
Noi,
noi che non abbiamo capito perché te ne sei andato.
Grazie,
grazie di aver vissuto tanto intensamente,
Ricordaci,
ricordaci cos’è la vita, cos’è la nostalgia;
noi,
noi che ne abbiamo tanta di te.
I tuoi sorrisi,
il tuo sguardo, tanto Amore.
Ciao Massimiliano. A presto.



Dolce pianto.
Piango.
Piango ora,
che il sole si spegne;
piango, e penso a te,
a te che forse neanche mi pensi;
a te che hai paura di guardarmi,
di toccarmi, di amarmi.
A te,
che mi baci, mi strazi;
A te,
che non riesci a dire “Ti amo”,
un po’ per paura, un po’ per Amore.
Piango,
piango ora che è tardi;
ripenso a te,
ai tuoi dolci baci,
alle tue tenere certezze.
Sogno un mondo perfetto,
d’Amore e di pace,
un mondo in cui,
per sempre,
regni la dolcezza e l’Amore eterno.
Poi mi sveglio,
e taccio;
piango, piango per me,
per te,
per l’Amore che non vuole morire.


Valtellina lontana.
Cercando una stella,
sognando un fiore,
scoprii la vita,
la crudeltà di un gioco.
O dolce terra,
amata e persa,
pensa al tuo figlio,
lontano e perso,
che vive in te.
Sognando, sognando un prato,
un destino agognato,
il tuo abbraccio.



Dedicata.
Un bacio mi rapì,
una fanciulla d’oro.
Era bella e fugace,
passò in me,
e mi trafisse il cuore.
Solo per lei avrei vissuto,
la mia vita a lei dedicata,
ogni mio respiro, ogni sogno.
Sorpresi il male,
un giorno di pioggia.
Era lì, fermo e tetro,
attendeva me.
Addio madre, che in grembo mi cullasti;
il tuo figliolo va via,
la vita mi chiama a se,
in un ultimo treno di tristezza.
Amai tutti, in vita sognai,
ma il cure tanto diceva,
che le parole non poterono trasformare.
Ora vado,
tento l’ultimo bluff;
ho una sola mano,
una fanciulla d’oro.
Ma tu guidami,
poni il mio essere nel giusto.
Ed io vivrò,
e voi senza me,
con me.



Mio padre.
 Ti vedevo grande,
troppo grande per me.
Due grandi mani,
un cuore ancor più grande.
Tu che eri la vita, la speranza,
la certezza del domani;
quante incomprensioni,
questa testa dura e cocciuta,
non voleva capire il sacrificio.
Padre mio,
che forse troppo Amore tradì,
guarda il tuo bimbo,
piccolo ancora come ieri.
Tante volte la sera, assopito,
vorrei baciarti,
quella frase che è così difficile:
- ti voglio bene…- .
Eppure forte batteva il cuore,
tornando da scuola;
un piccolo bimbetto con le gote rosse,
tutto l’orgoglio dei sacrifici.
Pane,
denti di leone, e tanto Amore.
Allora non capivo, ora piango;
per me, povera pecorella persa,
la strada smarrita,
una vita nell’oblio.
Tu,
una luce, il mio faro nella notte.
Grazie padre,
perdona il tuo figlio che non ha capito,
ma che ora ti ama.



Sguardo.
Su di un viale stellato,
leggero il ricordo correva,
soffice su una nuvola candida.
Mani nelle mani,
la gioia dell’incontro insperato,
sentimenti confusi si rincorrevano.
Cercai uno sguardo,
un’espressione di memoria.
Ma vidi il vago,
l’incertezza di un Amore,
ormai perduto.
Vita che fugge via…



Errante.
Un sentiero perduto,
piedi indecisi camminano.
Guida non ebbe,
Amore cercando.
Un destino avverso,
mano tesa trovata distante…



Le nostre lecrime.
Terra brulla e triste,
nostro sud amato.
Lontano un rumore di navi,
mani che cercano le mani.
Figlio che vai via,
una madre ti aspetterà,
fino alla fine dei tempi.
Lontano il destino,
pare atroce e cattivo,
ma futuro dona,
coglilo come giglio.
Ora parti,
va via ora,
prima che il mio cuor,
stretto ti trattenga.
Forse una madre non piangerà,
un sorriso,
un pensiero sospeso.”



Emigranti.
Le corse di un bimbo scalzo,
dolci note di una nenia paesana.
Fuggon le genti,
valige scassate legate con spago,
terra abbandonata alle spalle, curve.
Addio terra amata,
una gioventù vissuta e gioiosa.
Terre lontane attendono,
tristi figli di patria infame.
Mai memoria si perderà,
dolci colli natii,
i tuoi figli lontani,
piangono,
ma saranno con te.



Viola.
Solo la lontananza,
passione cercata e mai trovata…
O dolce viola,
timida ed indifesa,
primavera arriverà.
Erano belli gli occhi,
fugaci le parole.
Brezza marina,
dolci parole nel vento.
Mai passò l’inverno,
la vola morì. 



Granai infuocati.
Dolce Amor che cerchi,
trovando poesie e cattiverie.
Cerca la luna,
prova sentimenti certi.
Una gatta triste,
un granaio trovò,
fu Amore,
ma mai ricambiato.
Bruciò una notte,
granaio sotto il sole,
la gatta morì,
ma l’Amor volò lontano…



Dolci parole.
Ecco la mia vita,
due aghi di pino persi,
un Amore che vola alto.
Cercando il pensiero,
trovai una donna.
Era bella,
sognava rose e tulipani.
Mai terra ci vide amanti,
ma Amor cercato fu sognato.
Vivendo soli,
capimmo cosa dire,
ma mancaron parole,
vita perduta…



Un amore da nulla.
Amore da nulla,
uno stagno rifletté.
Dolci mandorli in fiore,
fuggir per un campo d’oro,
poche parole,
due mani unite.
O dolce fiore,
che voli nel vento,
portami con te,
ricorda questo Amore da nulla…



Ricordi lontani.
Era un ricordo,
una vita di gioie.
Correvo per le scale,
madri che chiamavano bimbi.
Ecco il ricordo,
una mano tesa,
un bimbo che sorrideva.
Addio fanciullezza,
Dolci ricordi mi portan via;
una madre,
spensieratezza senza fine.
Addio cuore mio.



Terre perdute.
Un arso casolare,
genti andate via.
Calabria lontana,
terra d’onore e passione,
figli perduti e mai ritrovati,
dolci sentimenti che continuano.
Povere genti,
madri che aspettano dietro un vetro,
il figlio lontano ma mai perduto.
Mia dolce terra,
mi vedesti scalzo per le tue viuzze.
Ma il cuor con te,
resta con te



Vite vissute.
Bastava poco,
forse un bagliore,
una vita vissuta.
Ora la notte mi avvolge,
le sue carezze son tenere.
Va via la vita,
una notte di primavera la porta con se.
Addio mamma,
esempio di vita e d’Amore,
i tuoi baci, le tue carezze…
Dolci ricordi di vita,
mai perduti, son sempre con me.
Un dì forse,
vita ritroveremo,
un abbraccio ci cullerà nel vento…
Non piango ora,
lacrime di vita vissuta per te, con te.
Guardami mamma,
una bimba triste piange per te,
di gioia,
il tuo dolce ricordo mi inebria.
Saremo come tu ci vuoi,
forti nel tuo esempio,
Amore donato e mai perduto.
Ora la vita chiama,
i tuoi sacrifici colmi d’Amore serviranno,
le tue bimbe sapranno crescere,
dura la vita,
ma un angelo ci veglia.
Ciao mamma,
la tua bontà ci insegnerà la via,
saremo stelle e terra,
calcheremo le tue strade.
E un dì,
vita tornerà,
forse una bimba,
forse l’Amore,
certo il tuo esempio,
ora sempre con noi.


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Data di pubblicazione 4/10/2000  - Ultimo aggiornamento 15/5/2001
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