Raccolta poesie di:

Marco SayaBiografia


Indice della raccolta:


E-mail. Nevrosi. Attesa.
Improvvisazione. Peccato che... Paura d'amare.
Incontri. Bambole di cera. La grande illusione.
Apice. Fitti pensieri. Provocazione.
Fuochi. Bucce di banana. Risveglio.
Troppe volte.
 

E-mail.

Numeri di cellulari
Che bella voce......
Scrivi bene......lo sai?
Un'aspettativa che cresce
Controllo l'agenda...
Ci troviamo per un aperitivo?
Quante cene sprecate
Un freddo monitor che mi guarda
e... scrivo... e... rispondo...
...alla ricerca dell'impossibile e
delle occasioni perdute...
Ma chi l'ha detto che virtuale è bello?



Nevrosi.

Ansie.
Tachicardie.
Sudorazioni.
Visioni.
Fobie.
Palpitazioni.
Somatizzazioni.
Paure.
Incertezze.
Insicurezze.
Quando mai tutto questo finirà?



Attesa.
Un deposito di tram
Un conducente assonnato
Aspetto
Una scuola di danza a due passi...
Sono le 21 e 30.
Non arriva,
aspetto ancora,
una macchina che passa
la vedo.
Si è fatto tardi... torno a casa.



Improvvisazione.
Le note scorrono veloci sulla tastiera mai soddisfatta....
Melodia e armonia si rincorrono e si corteggiano
L'improvvisazione cresce piano piano sino a raggiungere il suo apice....
Ritorna il tema così caro e sussurrato
Vorrei essere con un'altra pelle
Ma... sono solo uno sporco musicista bianco!!!



Peccato che...
Peccato che... non sono il treno giusto per te...
Peccato che... stai aspettando un altro treno...
Peccato che... un treno già preso speri di poterlo 
riprendere ad una successiva fermata...
Peccato che... ho sempre la camicia verde ed i jeans azzurri...
Peccato che... non ti possa vivere fisicamente come tu vorresti...
Peccato che... non ti possa amare così come io vorrei...
Peccato che... ne sia così spaventato...
Peccato che... ti desidero...
Peccato che... ne sia sempre più angosciato...
Peccato che... non mi aiuti...
Peccato che... non ci ascoltiamo più...
Peccato che... non mi cerchi più...
Peccato che... ci siamo già detto tutto...
Peccato che... i tuoi occhi non mi guardino più...
Peccato che... non riesco a guardare altre donne...
Peccato che... questa tua inquietudine non mi lasci più alcuna possibilità...
Peccato che... ti voglio bene...
Peccato che... mi ferisci...
Peccato che... è andata così...
Peccato che... non sei ancora pronta...
Peccato che... sono solo la tua macchietta...
Peccato che... non senta più la tua dolcezza...
Peccato che... ti ho soffocato...
Peccato che... non volevo soffocarti...
Peccato che... ti ho delusa...
Peccato che... ti senti imbarazzata...
Peccato che... non sono il treno giusto per te...
Peccato che... stai aspettando un altro treno...
Peccato che... un treno già preso speri di poterlo
riprendere ad una successiva fermata...
Peccato che... non mi vuoi aspettare...
Peccato che... ti debba salutare...
Addio Marco.



Paura d'amare.
Mano nella mano sulla passeggiata lungomare,
tuo figlio ci seguiva noncurante dei passanti con il suo pallone rosso.
Una dissetante spremuta d'arancio ti rendeva felice,
i tuoi occhi mi guardavano e sorridevano.
La tua passione per le foto ci contagiava come una splendida malattia
Eravamo una coppia...
Ad un tratto scese improvvisamente la notte...
Non eri ancora pronta.



Incontri.
Sessualità sempre diverse, 
odori sempre uguali 
un asciugamano condiviso.
Il tempo che scorre inesorabile 
in auto nella notte alla ricerca di una casa sconosciuta...
Una farmacia aperta, 
un bicchiere d'acqua,
pause di silenzio. 
Domande non fatte... 
Sentirsi ancora soli 
e nudi...



Bambole di cera.
Bambole di cera vestite con pizzi
e merletti tessono tele 
per soldatini di carta. 

Fragili e delicate porcellane
aspettano un ricco compratore,
mercante di schiave,
ignare merci offerte al mercato delle vacche. 

Bambole di cera,
vestite con pizzi e merletti,
insanguinate le uniformi degli uomini di cartone. 




La grande illusione.
Avevo quindici anni, 
il libretto rosso di Mao come un amuleto..... 
ma il mio fiume scorre sornione senza cadaveri che passano 

Avevo quindici anni, 
il sottoproletariato urbano scimiottava un comandante già scolorito.. 
Ora dirige.... 

Avevo quindici anni, 
un mondo migliore ci aspettava oltre il capitale, 
sudditi ora di una moneta unica che ci ha resi più infelici e più poveri 
Avevo quindici anni, 
eravamo più ricchi e più felici.




Apice.
Gli occhi si chiudono 
Un fiume caldo ti pervade e scorre dentro di te 

La bocca si schiude 
Le gambe si stringono 
Improvvisamente ti mancano le forze 
Il sesso esplode dentro di te 
Un leggero tremore ti assale 

Il piacere non si dissolve 
Un momento che dura un'eternità 

I contorni sono sfumati 
Gli affluenti scorrono sulla tua schiena 

La bocca è pronta a ricevere 
ed il gioco ricomincia...




Fitti pensieri.
Un bicchiere di vino rosso sancisce 
la fine di un pasto rapido e frugale. 
Il suono caldo di un sax in sottofondo
allevia la tensione di tutta una giornata. 
Fitti pensieri si accavallano e
si inframezzano tra bianchi soffitti
e divani oramai logorati dal tempo. 
Due note di pianoforte mi proiettano
in un sublimale che non conosce confini, 
I Ricordi della notte precedente 
mi riportano bruscamente
in un mondo reale che mi ostino a combattere. 
Stò invecchiando...
e ritorno ad essere in uno stato prenatale 
da cui non vorrei mai uscire. 
Don Chisciotte, un fantasma che mi perseguita... 
Don Rodrigo, un padre che mi manca...
Giulietta, una donna che non esiste...
Don Abbondio, una fede che mi spaventa...
san Francesco, una bontà che non conosco... 
Incertezze,insicurezze,silenzi, incomprensioni,
fitti pensieri si accavallano 
e si inframezzano tra bianchi soffitti
e divani oramai logorati dal tempo...



Provocazione.
E' tutto uno schifo! 
Che cosa si salva? 
Ditemelo Voi...
figli di un Dio minore... 
ma non raccontatemi le solite sciocchezze...
perché noi stessi siamo dei rifiuti!!!...
Al di là delle belle e finte parole. 
L'amore? E' solo sperma... 
I sentimenti? Sono come la mozzarella di Bufala... 
L'amicizia? E' tirarlo nel c... 
Il sesso? E' prenderlo nel c... 
La famiglia? Aspettare i soldi.... 
Il lavoro? Aspettare la pensione.... 
La vecchiaia? Essere malati... 
Morire? forse è l'unico momento dignitoso figli abortiti da un dio minore. 



Fuochi.
Ultimi focolai di una cultura colpita a morte 
Le parole tacciono 
Nuove bombe intelligenti 
sulle superstiti sacche di massificata resistenza 
La guerra dei potenti media si conclude così 
Il silenzio tratta una resa più che onorevole e si iniziano a contare le...
pause.



Bucce di banana.
Bucce di banana, 
continuiamo a inciamparci sopra.... 
ma ogni volta ci rialziamo.... 
Bucce di banana, 
un giorno potremmo anche noi 
far scivolare qualche orango 
un po' scomodo...



Risveglio.
Un'ambulanza sfreccia impazzita
con il suo carico di dolore. 
La comoda 54 sbuffa al capolinea
ed inizia la sua corsa a tappe. 
Un gatto saltella sul letto
per reclamare il suo pasto. 
Una vecchia sveglia 
annuncia un nuovo giorno. 
Un tubetto oramai ridotto
allo stremo ed uno spazzolino
spelacchiato aspettano inesorabili. 
La doccia è sempre più bollente
ed il bidet zampilla come una fontana. 
Un paio di fetidi biscotti insapori,
incolori, inodori e scaduti si mescolano
con un caffè altrettanto incolore,insapore e inodore. 
Una camicai lisa, un paio di jeans rattoppati
e dei calzini da rammendare osservano 
da una sedia zoppicante. 
Davvero un gran bel risveglio...



Troppe volte.
Troppe volte

Giochi di bignè su bocche voluttuose
Massaggi di carezze accennati in discesa
Sale la febbre di giocolieri impazienti
Scacco di un re ad una regina che aspetta

Troppe volte

Viso d'angelo sonnecchi, ridono gli occhi semichiusi
Labbra appagate soffiano appena
Una chitarra sul letto strimpella nuda
Menestrello di corti boccaccesche pizzica altre corde

Troppe volte

Il gioco ricomincia su arpeggi sfiorati
Melodia suadente su una pelle di velluto
Pause di istanti anticipano note d'amore
Libera l'improvvisazione l'ultimo assolo di piacere

Troppe volte

Ricordi di un sapore lontano
Gusto di un sesso che manca
Stanco il menestrello suona su un letto vuoto
Aspetta un vassoio di bignè e nulla più.



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Data di pubblicazione 27/7/2000 - Ultimo aggiornamento 16/5/2001 
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