Tempesta e la farfalla
di Antonella Amelotti


Al limitare del Mare del Ricordo, dove l'orizzonte segna la sua lunga riga di confine con il cielo, spuntava tra le onde l'isola della Fantasia.

Aveva la forma di una stella e su ogni punta , sulla cima dello scoglio, si poggiavano gabbiani a riposar le piume durante i loro lunghi viaggi.

L'isola era davvero uno spettacolo, torrenti dall'acqua limpida e luccicante scorrevano mandando spruzzi da tutte le parti e tutt'intorno, alberi dalle foglie verdi come lo smeraldo e fiori delicati dai mille colori, si perdevano a vista d'occhio, l'aria era leggera e profumata per quel miscuglio di fragranze che solo la Natura sa creare.

Tutto sembrava avvolto nel silenzio, ma un silenzio che sapeva parlare raccontando storie di gabbiani e d'avventure.

Solo raramente s'infrangeva la magia quando, dalla sua grotta posta in cima al monte dei Cedri scendeva a valle Tempesta. un omone grande grande che alberi e fiori chiamavano così per il suo caratteraccio del tutto simile ad una tempesta nel mare in burrasca; tutto sembrava tremare al suo passaggio, i suoi piedoni calpestavano ciò che gli capitava sotto tiro ed i rami cercavano di ritrarsi per non essere spezzati.

Fortuna che Tempesta scendeva a valle solo quando rimaneva a corto di cibo ed allora si metteva ad imprecare e rabbioso raccoglieva bacche, mirtilli e tutto ciò che di commestibile gli capitava tra le sue manone.

Quando scendeva Tempesta, i gabbiani sapevano che era ora di riprendere il volo, lo conoscevano bene loro! e rischi non ne volevano correre di certo!

Ma Tempesta, non era un uomo cattivo, era approdato là, sull'Isola della Fantasia per fuggire dalla vita che non aveva voluto dargli mai soddisfazione.

Un giorno, bello e luminoso come sempre, da una nave che solcava il Mare del Ricordo giunse sull'isola una splendida e colorata farfalla; tutti i fiori le fecero festa, era il primo animale, dopo i gabbiani, che approdava sull'isola ed i suoi colori erano così intensi che persino le grandi palme facevano a gara per ospitarla quasi si volessero beare di tanta bellezza.

Passarono i giorni e Farfalla trovandosi così bene in quest'isola prese la decisione di trasferirsi lì definitivamente; confidò allora a Giglio il suo pensiero , Giglio aveva il rispetto di tutti i fiori dell'isola, il suo portamento e la sua eleganza lo facevano apparire il più dotto di tutti perciò fu assai felice di poter consigliare Farfalla, e poi era certo un modo di ottenere ancora più prestigio tra gli abitanti, così cominciò col dirle : " vedi amica cara, tutti sono felici della tua presenza, amano i tuoi colori apprezzano la leggiadria del tuo volo ma, non hai ancora conosciuto Tempesta.…e tu sei così piccola" e le spiegò dettagliatamente chi fosse .

Farfalla si fece una gran risata " e che sarà mai, ne ho conosciuti tanti che cercavano di tarparmi le ali con aggeggi strani e molte amiche mie hanno fatto proprio una gran brutta fine , peggio non potrà essere ".

Visto che Farfalla sembrava avere una certa esperienza e poi veniva da lontano, aveva viaggiato molto e certo conosceva il mondo più di Giglio, nessuno osò più replicare. e lei proseguì, " ditemi dove sta questo Tempesta, lo andrò a trovare e si vedrà"

Fiori e piante le indicarono la strada e le fecero mille raccomandazioni…." vai verso la Valle dei Cedri, ma ti prego stai attenta "le gridò Giglio prima di vederla sparire dietro gli alti fusti.

Arrivata alla grotta di Tempesta svolazzò un po' intorno poi si fermò proprio di fronte all'entrata della grotta appoggiata ad un ramo che faceva da porta, poco dopo si sentirono i passi rimbombare dall'interno e in un attimo si ritrovò naso a naso con lui.

Farfalla non aveva immaginato quanto fosse grande Tempesta e se mai avesse potuto fuggire, in quel momento lo avrebbe fatto volentieri; lui la guardò con quei suoi occhi chiari come il mare e si sentì una strana sensazione nel cuore; una farfalla era arrivata sin lassù sfidando la paura , che fare, lui sapeva come la pensavano gli abitanti dell'isola della Fantasia e pensò, " le avranno pur detto di non salire sin qui " ma era così attratto dai tanti colori di Farfalla che anziché le solite imprecazioni gli uscì solamente " e tu che ci fai qui ?".

Farfalla si rianimò, per il momento era ancora tutta intera e forse quel coso grosso non era cattivo come dicevano " son venuta a salutarti " disse " so che abiti l'isola e visto la mia intenzione di trasferirmi qui, son venuta a renderti visita, come una buona vicina di grotta ".

Tempesta si fece una gran risata, si sentiva la paura di Farfalla lontano un miglio ma quel suo tono sostenuto la faceva apparire così ridicola ma così ridicola che non poté proprio trattenersi; allungò la mano e le disse, " vieni, siediti qui, e raccontami cosa t'ha portato sino a quest'isola "

Farfalla incominciò il suo racconto, " vengo da un posto tanto lontano, ho solcato il mare dei Ricordi per poter trovare un luogo dove starmene in pace a svolazzar sui fiori e tu?" bella domanda pensò Tempesta, ma Farfalla era così decisa che quasi si sentì costretto a raccontare e così, incominciò , veniva da lontano anche lui ed era fuggito dalla Vita che mai aveva voluto ascoltarlo, aveva solcato mari , scalato cime e attraversato fiumi poi, decise di abbandonare tutto in cerca della sua pace ma ciò che credeva così facile da fare era al contrario assai complicato e la pace non l'aveva ancora trovata.

Farfalla fu colpita dal racconto di Tempesta un uomo così grande, da spaventar fiori e piante, a cui faceva paura la vita !!! poi, come avesse avuto una folgorazione, comprese che Tempesta era così perché forse aveva perso la dolcezza dei suoi ricordi e si sa quando i ricordi van per altre vie si perde tenerezza , si perde fantasia ed allegria e si perde pure serenità.

Con infinita dolcezza si posò sulla spalla di Tempesta ed incominciarono a parlare, parlare, parlare ed il silenzio dell'isola della Fantasia si riempì dei ricordi di Farfalla e dei sogni di Tempesta; girarono in lungo e in largo tutta l'isola, Farfalla gli presentò Palma, Giglio e tutti gli altri amici e lui imparò a rispettare ogni abitante chiedendo permesso anche per raccoglier cibo.

Tempesta aveva migliorato molto il suo carattere, Farfalla aveva fatto un gran lavoro ma la pace e la serenità erano ancora lontani, ogni tanto Tempesta si rintanava solo solo nella grotta e nemmeno Farfalla riusciva a consolarlo.

Ci fu così un consiglio dell'isola, ogni pianta ed ogni fiore diceva la sua, ma tutti ormai s'erano affezionati a tal punto a Tempesta che non sopportavano più di vederlo così sconsolato; presero una decisione importante, con l'aiuto dei gabbiani di passaggio a cui avevano raccontato tutta la storia e con il sacrificio di alberi amici, costruirono una grande zattera e incaricarono Farfalla di comunicarlo a Tempesta.

" Ehi! c'è qualcuno lì dentro? " disse Farfalla, " vieni fuori c'è una sorpresa per te", Tempesta uscì riluttante ma uscì, e Farfalla lo condusse sulla riva del mare e lì attaccò….." Amico , il consiglio dell'isola ha voluto farti un regalo, eccolo, la zattera che ti ricondurrà alla vita " Tempesta quasi s'infuriò, non aveva nessuna intenzione di andarsene da lì " perché t'arrabbi, è un dono meraviglioso e vi hanno partecipato tutti, persino i gabbiani di passaggio, ecco, non si può vivere in eterno sull'Isola della Fantasia ma di quest'isola ti porterai appresso i suoi alberi, i suoi profumi e l'amore di tutti noi " . Tempesta comprese solo allora che Farfalla aveva ragione ma, pose una condizione " partirò se verrai con me " , " e che ci farei io qui senza di te" disse Farfalla " tu sei la forza io la speranza ,siamo una gran coppia noi".

Appena fece giorno, misero la zattera in acqua ed accompagnati dai gabbiani e dal saluto di tutti gli abitanti dell'Isola della Fantasia presero il largo nel Mare del Ricordo e da lì salparono verso l'orizzonte della vita.


 
 

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Data di pubblicazione 27/01/2000
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